Dedico a voi
questo meraviglioso canto
di Śāntadeva sul magico fiore
del risveglio spirituale:

“Nella foresta solitaria,
un fiore d’un tratto
inizia ad espandere i petali, sbocciando.
Quest’unico, ineguagliabile fiore possiede ogni sorta di tonalità
e se appare domina su tutte
le direzioni dello spazio.
Suvvia, cogliete
quest’inestimabile fiore!
Non ha radice, fronde o foglie.
Amici, contemplate tale suprema corolla in boccio,
che se appare domina su tutte
le direzioni”.

 

Ovunque risplenda
il mandala del sole,
le ombre del buio si dissipano.
[…] La mia patria
è la Gioia traboccante,
la dimensione pacifica
di vacuità
e beatitudine visionaria!
Yeshe  Tsogyal

 

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Vi proponiamo la traccia d’un affascinante itinerario spirituale: il viaggio alla ricerca del ‘tesoro dei segreti celesti’ della tradizione mi-stica del Buddhismo indo-tibetano. Attingeremo così antiche cono-scenze sulle dimensioni divine e cosmiche, e sull’arcana rete di cor-rispondenze che le collega al mondo umano.

In più, recupereremo poetiche metafore meditative e icone simboliche di grande potenza fantastica: esse rappresentano codici e canali per attivare la connessione con energie archetipiche celestiali e armoniz-zanti, inscritte anche nel nostro inconscio. Nonché un’eccellente base per sviluppare una vita più ispirata e gioiosa.

Negli incontri proposti, l’analisi di antichi testi e dipinti esoterici ci permetterà di accostarci alle valenze segrete di divinità, speculazioni mistiche, simboli e oggetti rituali del Buddhismo indo-tibetano. Gra-zie al supporto d’una ricca documentazione visiva, entreremo in con-tatto anche a livello intuitivo e immaginativo con i concetti esposti. Ogni sessione si concluderà inoltre con un momento ludico/esperi-enziale/meditativo in cui i partecipanti, cantando melodie sacre o di-pingendo immagini, interiorizzeranno emotivamente quanto appreso.

La nozione del ‘tesoro celeste’ è stata scelta come idea ispiratrice di questo progetto appunto per il sorprendente ponte simbolico che de-linea fra ambiti molto lontani nello spazio e nel tempo. Nelle pro-fondità uraniche si collocano infatti, secondo antichi testi ebraici, sia gli archivi degli arcani divini, sia i serbatoi irradianti della Sapienza e d’altre energie spirituali. Due concetti del tutto simili al ‘magazzino del cielo’ delle leggende tibetane, ossia la fonte del sapere ispirato cui accedono nell’estasi artisti e santi.