Keter Elyon,
la suprema corona,
si chiama puro
etere inafferrabile. […]
Talvolta, soffia una brezza,
che delizia
il cuore e la mente.
Non sai cosa sia o perché:
è inafferrabile.
Analogamente, quando
questa sefirah si leva,
rifulge e scintilla
ed è inafferrabile. […]
Se hai occhi per vedere,
potrai […]
far volare la mente
con l’immaginazione
verso il potere segreto
di questa sefirah”.

MOŠEH DE LEÓN,
Šeqel ha-qodeš

 

 

 

Chokmah, sefirah
della Sapienza divina,
“si chiama ‘
profondità (alta) sopra’ “
ed è simile a “un pozzo
infinitamente profondo […].
Nessuna creatura
può contemplare
il mistero della profondità
del pensiero,
se non mediante Binah,
che somiglia a un secchio
che entra per attingere
dalla profondità del pozzo
del pensiero,
mentre colui che attinge
rimane fuori”.

GIQATILLA
Sefer ša‘are orah, 2,92

 


 

Quando l’anima
“aderisce
all’intelletto divino,
e questo aderisce ad essa
(perché più di quanto
il vitello desideri poppare
la mucca desidera allattare),
ed essa e l’intelletto
diventano un’entità unica,
come se qualcuno versasse
una caraffa d’acqua
in una fonte zampillante,
tutto diventa una cosa sola.
È questo è il significato segreto
delle parole dei nostri saggi:
‘Enoch è Metatron’ ”.

YITZCHAQ DI ACCO
Sefer otzar chayyim 111a

 

 



 

“L’inizio delle essenze
che è possibile pensare
è costituito dai prodigi
racchiusi entro la sapienza:
i sentieri sono
infatti miracoli
contenuti in essa.
A questo proposito è detto:
‘Dio ne conosce la via’
(Gb. 28,23). Conosce
i cammini e i sentieri
che sono in essa […].
I sentieri meravigliosi
sono […] essenze
interne e sottili,
che nessuna creatura
può comprendere,
tranne chi assorbe da essa:
la via della contemplazione
è infatti un assorbire,
e non un conoscere discorsivamente”.

YITZCHAQ IL CIECO
Peruš Sefer yetzirah 1

 

 

“Fuggi, mio diletto,
simile a gazzella
o ad un cerbiatto,
sopra i monti degli aromi!”

CANTICO DEI CANTICI 8,14

 

 

"La delizia inebriante
del profumo
è il flusso dello splendore
della Sapienza divina,
e i 'monti degli aromi'
simboleggiano l’ascendere
alla sua Luce suprema" 

‘EZRA DI GERONA
Commento al «Cantico dei cantici» 

 

 

"Nel momento in cui
i cherubini sollevano le ali
dal basso verso l’alto,
lettere fluttuano
dall’alto e dal basso
e s’incontrano in volo.
Allora esse si fondono
e si baciano
con il bacio d’amore,
finché tutto l’universo
diventa uno".

ZOHAR CHADAŠ  63,4

 

“Il fondo dei cieli
è tutto pieno di perle,
di diamanti, di zaffiri
e di smeraldi incastonati
in esso: il loro fulgore
attraversa tutti i firmamenti”.

MASSEKET HEKALOT 4

 

“Fiumi di gioia
e fiumi di contento,
fiumi di letizia e fiumi
di soddisfazione,
fiumi d’amore
e fiumi d’amicizia,
che si riversano
ed escono davanti al trono
della gloria, che si rinforzano
e vanno verso le porte
delle strade dei cieli
del firmamento, al suono
delle arpe delle Sue Hayyot,
al suono dei tamburi
dei Suoi Ofannim,
al suono dei cembali
dei Suoi Keruvim”.

HEKALOT RABBATI, 8d

 

 

 “Osserva il Santo Antico,
il mistero di tutti i misteri,
che è separato da tutto
e tuttavia al tempo stesso
non è separato da nulla,
poiché ogni cosa
è unita dentro Dio
e Dio è unito
dentro a ogni cosa”

SEFER HA-ZOHAR III,228b

 

 

 

“Sappi che sei
un altro mondo
in miniatura
e che hai in te
Sole e Luna
e anche le stelle”

ORIGENE
Homiliae in Leviticum 5,2


Una fanciulla
amata e incantevole
era totalmente nascosta
nel suo palazzo.

Per amore di lei
l’amato passa sempre
davanti alla sua porta
e lì indugia,
sollevando lo sguardo
da ogni parte.

Sapendolo, la fanciulla
apre una piccola finestra
del suo segreto palazzo, mostrando il suo volto
all’amato, poi velocemente
si ritira, celandosi.

Nessuno vicino a lui
vede o osserva,
solo l’amato,
e il suo cuore, la sua anima
e tutto ciò che è in lui
fluiscono verso di lei.

Lui sa che per amor suo
lei si è rivelata
in quel solo attimo,
per risvegliare il suo amore.

Così è per una parola
della Torah.
Essa non si rivela
se non al suo amato. 

Zohar  2,99 a-b

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


«LA MERAVIGLIOSA SAPIENZA»
STUDI SULLA QABBALAH EBRAICA

La Qabbalah, che costituisce la tradizione segreta del misticismo giu-daico, cominciò a diffondersi in forma scritta intorno al XII secolo, ma ha origini assai più antiche. A livello speculativo ha raggiunto vette altissime, comunicando vertiginose intuizioni metafisiche attraverso un simbolismo di grande potenza fantastica. Fondamentale a questo riguardo è l’importanza del diagramma dell’Albero della vita (‘Etz chayyim), che compendia gli stadi della manifestazione divina e tutte le possibili relazioni fra spirito e materia.

Negli incontri proposti, l’analisi di antichi testi e diagrammi esoterici ci permetterà di accostarci alle valenze segrete di stadi e livelli del divino, speculazioni mistiche ed entità angeliche della Qabbalah ebraica. Grazie a visualizzazioni e meditazioni guidate, entreremo in contatto anche a livello intuitivo e immaginativo con i concetti esposti. Ogni sessione prevede inoltre momenti ludico/esperien-ziali/meditativi in cui i partecipanti, cantando melodie sacre o dipingendo immagini simboliche,  interiorizzeranno emotivamente quanto appreso.

Tutte le iniziative illustrate possono essere declinate in diverse forme: seminari di uno o due giorni o corsi serali di varia durata, a Milano o altrove, eventualmente preceduti da conferenze di presentazione.

■ L’Albero della vita,
mappa dei mondi di luce irradianti

Formato da dieci sfere di luce (sefirot) e dai ventidue sentieri che le collegano, il diagramma esoterico dell’Albero della vita è il supremo compendio delle dottrine cabbalistiche. Nelle sue componenti, emble-mi dei livelli emanativi dell’energia divina e della loro fitta rete d’in-terrelazioni, è contenuta la struttura dell’intero mondo manifesto, dalle remote profondità superne sino allo stadio terreno. Poiché le sefirot rappresentano sia specifiche dimensioni spirituali e cosmiche, sia particolari qualità dell’anima, a ciascuna d’esse è tradizionalmente associato un vasto catalogo di corrispondenze analogiche (con nume-ri, colori, nomi divini e così via), nonché un’ampia gamma d’imma-gini meditative ed estatiche. I ventidue sentieri, cammini degli angeli, sono invece abbinati alle lettere dell’alfabeto sacro ebraico.

Il fascino della Qabbalah:
I dieci ordini angelici

I dieci meravigliosi mondi spirituali formati dalle sefirot (i livelli dell’Albero della vita) sono abbinati ad altrettante gerarchie angeli-che. Di queste molteplici classi d’essenze di luce, che rappresentano modulazioni o tonalità del pensiero divino, la mistica giudaica tra-manda appellativi, qualità e funzioni (così come le corrispondenze con numeri, colori, sfere celesti e pietre preziose). Porremo a con-fronto le diverse interpretazioni attestate sia nella tradizione ebraica (dalla Bibbia ai trattati mistici medievali), sia nel pensiero e nell’arte sacra cristiani.

■ Alle sorgenti dell’ispirazione
Qabbalah e creatività artistica

Incontro con i dieci mondi di luce dell’Albero della vita cabalistico (sefirot), mediante l’interiorizzazione ludica dei colori e dei simboli loro connessi. Ciclo di seminari, ciascuno dedicato a una sefirah, e quindi:

- a una particolare dimensione cosmica e archetipica
- a una serie di qualità spirituali e di livelli emotivi,
espressivi, contemplativi
- a specifiche gamme cromatiche, schemi formali
e atmosfere olfattivo-sonore.

A una prima parte teorica in cui si illustreranno i concetti chiave, seguirà una fase esperienziale con visualizzazioni guidate e sugge-stioni polisensoriali (fra cui incensi, fragranze, melodie, fiori e cristal-li). A questo punto i partecipanti realizzeranno, di volta in volta, coloratissimi mandala astrali, o cerchi sacri e diagrammi basati su antichi disegni cabalistici. Gli incontri si concluderanno con l’interpre-tazione delle dinamiche energetiche rivelate dai lavori creati.

■ I quattro arcangeli nella Qabbalah

Entità angeliche d’altissimo livello collegate al simbolismo del qua-ternario e ai punti cardinali, Gavri’el, Uri’el, Mika’el e Refa’el dimo-rano ai quattro lati del trono della gloria, nel più alto dei cieli.

▪ A nord si trova Gavri’el, custode della forza e del rigore divino
▪ Ad est Uri’el, signore delle stelle, della luce e della sapienza celeste
▪ A sud Mika’el, principe della misericordia e delle schiere superne
▪ Ad ovest Refa’el, detentore della virtù purificatrice e risanante
Nel corso del seminario, analizzeremo le funzioni cosmiche e le quali-tà spirituali attribuite ad ogni singolo arcangelo.

■ Alle sorgenti della luce

 Meravigliosa dimensione di puro scintillante candore niveo, Keter è sintesi e radice di tutto ciò che esiste ed è pensabile. È il più arcano dei livelli del divino manifesto, ed è concepita come il Punto irradian-te che brilla, scaturito dall’Infinito, agli albori della creazione. Quali porte della conoscenza divina aiuta a dischiudere? Nella meditazio-ne, può essere percepita come l’aleggiare d’una luce sfolgorante, o il soffio di un’inafferrabile brezza eterea che delizia il cuore e la mente. Ispira l’intuizione dell’unità divina e una più chiara visione del dise-gno progettuale alla base della nostra vita, oltre a infondere slancio creativo e beatitudine estatica. Ci spinge a rinnovarci interiormente, superare i nostri limiti ed esprimere le potenzialità più nascoste. “Chi ha occhi per vedere potrà far volare la mente con l’immaginazione verso il potere segreto di Keter ”.

■ Il profumo della Sapienza divina

La dimensione energetica della Sapienza è abbinata al cielo stellato, al colore azzurro, a Razi’el, angelo dei segreti celesti, e allo scintillante mare di luce di zaffiro delle acque superiori (le energie creative pri-mordiali). Indubbiamente caratterizzato da una polarità maschile, questo livello dell’Albero della vita, in cui vibrano le onde inattingi-bili e sublimi del pensiero divino, è però talora dipinto con tratti di soave leggiadria femminile: la sottile inebriante delizia, che non solo fiorisce nel sublime ‘gioco’ creativo alle sorgenti dell’energia divina (Dio che alle origini dell’universo, secondo il libro dei Proverbi, si trastulla con la Sapienza); ma che sul piano umano accompagna, con un profumo d’euforia e meraviglia, il balenare delle intuizioni ispirate.  

La Camera delle meraviglie celesti

Il livello dell’energia divina chiamato Binah è il reame della gioiosità e della completezza interiori, che nascono dal contemplare nel proprio cuore sublimi scenari di perfezione superna: un Palazzo ricolmo di scintillanti gemme policrome, o un giardino paradisiaco di aiuole variopinte...

I colori dell’anima nella mistica ebraica: l’Amore e la Forza

I livelli superni dell’Amore e della Forza (Chesed e Gevurah) contro-bilanciano in un’armoniosa tessitura due spinte complementari dell’a-nimo umano e dell’operare divino: da un lato, lo slancio incondizio-nato e inesauribile del cuore, che espandendosi plasma, costruisce e irradia magnanima protezione; dall’altro, l’intensità del rigore e del severo giudizio, che esercitando un influsso restrittivo distrugge ciò che va trasformato o argina ciò che va limitato.

■ Contemplare la bellezza

Tif’eret è il cuore dell’Albero della vita e rappresenta il punto di con-giunzione fra i suoi livelli inferiori e superiori. Associata all’elemento aria e all’est, da cui sorgono il sole e la luce, governa la bellezza e l’armonia del cosmo. È secondo il segreto del gioioso splendore da essa irradiato che tutte le stelle brillano. Infonde luce interiore, equi-librio, consapevolezza rischiarante e la capacità di vivere sentimenti nobili e generosi.

■ Fra trasformazione e incontro con l’armonia

L’accendersi d’un lucido, dinamico entusiasmo conoscitivo porta chi accede al livello di Hod ad accostarsi al cammino evolutivo, in un clima ancora però dominato da un’instabile coralità e molteplicità. Tali valenze sono controbilanciate da quelle dello stadio subito superiore, Netzach: esso è abbinato alla capacità di vibrare sia con i sentimenti puri e saldi e i valori eterni, sia con l’armonica ciclicità delle gamme di ritmi, cromie ed energie cosmiche che animano il mondo naturale (le sette note, i sette colori dell’arcobaleno e i sette pianeti dell’astrologia tradizionale).

■ Il fondamento della potenza generativa divina

Oltre all’immaginazione e all’intuizione, la sefirah Yesod governa il saggio uso delle energie sensuali e le loro valenze mistiche, così come l’autenticità e la purezza dei nostri scambi emotivi.

■ Il Vaso dei gioielli che custodisce
tutte le forze divine

Malkut, il Regno, corrisponde al divino presente  anche nel mondo della materia. È la sefirah posta più in basso nel diagramma dell’albe-ro della vita, ma rappresenta la porta attraverso cui l’uomo può iniziare ad ascendere la scala della riconversione alla luce superna.

■ I segreti dell’alfabeto sacro ebraico

Fondamentale nella Qabbalah è l’importanza delle dottrine relative alle lettere dell’alfabeto, intese come nuclei e vettori di potentissime energie archetipiche e cosmogoniche, mediante cui fu creata, e viene mantenuta in essere, l’intera manifestazione divina. Le lettere dell’ Alef-Bet sono pertanto oggetto di meditazione e contemplazione esta-tica ed emblemi di particolari qualità spirituali, e un antico trattato ne descrive la scintillante natura ignea, annotando che ciascuna è coronata da “diademi di faville di splendore”.

■ Angeli, essenze di luce nell’antica
sapienza della Cabalà: in che modo
le loro energie influiscono sull’uomo?

Possono essere visualizzati come  vortici d’energia scintillante o, per usare un’immagine dantesca, luci che ridono. In più, donano a quanti li percepiscono emozioni ineffabili, bagliori d’arcana bellezza. E chi sappia aprir loro le finestre dell’anima ne trae intuizioni ispirate, trasmutazioni interiori, benedizioni rigeneranti… Ma per meditare sugli angeli occorre attingere ai segreti della tradizione cabalistica: in particolare a quelli relativi all’Albero della vita, formato da dieci me-ravigliose dimensioni di luce o livelli divini (sefiròt), abbinati a speci-fiche gerarchie angeliche. Ecco dunque che, dopo aver trattato delle interazioni fra angeli e uomini, analizzeremo, riguardo alle varie clas-si angeliche: le funzioni cosmiche e le qualità spirituali ad esse attri-buite nella  tradizione ebraica; le differenti interpretazioni testimo-niate nel pensiero e nell’arte sacra cristiane; le corrispondenze da utilizzare a scopo meditativo: numeri, colori, gemme e pianeti.

■ I sette palazzi della dimora divina

Nei testi ebraici relativi alla mistica della merkavah, viene descritto un arcano itinerario iniziatico, preceduto da complesse pratiche asce-tiche preparatorie: l’attraversamento d’una serie di templi celesti con-centrici, emblemi di molteplici livelli di luce trascendente, e al tempo stesso stadi di rivelazione e perfezionamento interiore. Scopo del percorso estatico è pervenire al centro, nelle “stanze più intime della Presenza divina”, per contemplare il trono della gloria.

■ Enoch e la sapienza celeste

Alla straordinaria vicenda dell’uomo che “camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso” è dedicata una delle più affascinanti leggende dell’ebraismo: quella di Enoch, già citato nella Genesi, ap-punto in relazione al suo rapimento divino, e poi esaltato come depo-sitario d’un sommo sapere celeste. Nei suoi viaggi agli estremi con-fini della terra e del cosmo, visitò guidato dagli angeli reami para-disiaci, palazzi di luce e mondi turbinanti di stelle. Tutto ciò è narrato nel Libro di Enoch, apocrifo dell’Antico Testamento di fondamentale importanza nella storia della mistica e dell’angelologia ebraiche.

■ Nell’alfabeto degli aromi
la mappa mistica dell’Eden

Nel Cantico dei cantici ha grande importanza la simbolica dei profumi, nella sua duplice valenza celestiale e terrena; giacché l’effondersi d’aromi raffinati e preziosi celebra sia la sensualità ardente del legame fra i due sposi, sia il carattere inebriante ed estatico dell’amo-re che unisce l’anima al divino. Fra le immagini più affascinanti e misteriose disseminate nel Cantico, occupano un posto di rilievo quel-le che delineano la geografia simbolica del giardino dell’amore, vivi-da metafora del giardino paradisiaco: da un lato la “collina dell’in-censo”, il “monte della mirra” e i “monti degli aromi”; dall’altro, le “aiuole del balsamo” e il “giardino delle noci”. In questi due diversi tipi di sfondo paesaggistico, quasi sempre tratteggiati mediante sug-gestioni odorose, si cela secondo alcune fonti cabbalistiche il segreto dell’articolazione interna dei vari livelli edenici.

■ I segreti del giardino dell’Eden

Emblema d’uno stato di armonia e perfezione primordiali, il giardino paradisiaco definisce, nella sua struttura ordinata e simmetrica, uno schema sintetico del cosmo. Oltre al paradiso intermedio fra cielo e terra, ne esiste anche uno celeste, e il passaggio da una regione paradisiaca all’altra è assicurato dall’asse del mondo, gigantesca ‘scala cosmica’ identificata con l’albero della vita. Esso è caratterizzato da una natura maschile, luminosa e solare, mentre l’albero della cono-scenza ha una valenza femminile, lunare e notturna.

■ Il motivo simbolico del tesoro celeste:

sue declinazioni parallele nel buddhismo
indo-tibetano e nell’antica letteratura mistica ebraica

Il tema dei tesori divini, complementare a quello delle porte del cielo, ha ispirato per secoli le visioni cosmiche dei mistici ebrei. Già presente nella Bibbia, questo motivo è spesso indicato nelle liste di segreti cosmologici delle apocalissi apocrife, soprattutto nel Libro di Enoch, comprendendo i serbatoi delle stelle, della luce, delle nuvole, dei venti. La nozione dei forzieri celesti (detti anche 'camere', e dotati di 'porte' da cui dispensano le proprie qualità nel cosmo) ricorre anche nella mistica giudaica tardoantica e altomedievale, ma in genere con contenuti di natura spirituale, con particolare riferimento al 'tesoro della sapienza'. Analogamente, nel buddhismo tibetano riveste grande importanza il tema dei 'tesori', specie i 'tesori della mente', intesi come serbatoi da cui i mistici e gli artisti attingono visioni, ispirazioni, melodie e modelli d'iconografia sacra.

«LA SACRA SCIENZA DEI SIMBOLI»

■ La ghirlanda dei colori dionisiaci

Colori in festa, colori inebrianti: emblemi di livelli spirituali e qualità divine, induttori dell’estasi, veicoli di sublimi emozioni estetiche. Un’intensa full immersion nel magico mondo degli archetipi croma-tici, alla scoperta delle nuance che catalizzano la nostra creatività, gioia di vivere e ispirazione artistica.
Vere e proprie onde d’energia dalla radice celeste (in quanto collegati ai pianeti), i colori sono utilizzati in tutte le tradizioni mistiche per definire stadi del divino, oppure per stimolare la sfera sensoriale in-ducendo l’estasi. Nel seminario, esploreremo le valenze estetiche, te-rapeutiche, simboliche e meditative delle tonalità dell’iride e delle loro principali sfumature. Scopriremo così ad esempio il differente potere evocativo del lilla, del violetto e delle gradazioni ametista e melanzana. Analizzeremo inoltre i colori associati:
- alle dieci dimensioni energetiche dell’Albero della vita cabbalistico (sefirot)
- alle cinque saggezze dei “Buddha della meditazione”.
Sono previsti anche momenti ludici ed esperienziali: in particolare, al termine dell’incontro, i partecipanti costruiranno la propria ‘ghirlanda dei colori’, ed entreranno in un grande mandala cromatico, in cui inte-riorizzare con visualizzazioni e meditazioni le energie del colore pre-scelto.

■ La via del profumo

Gli angeli effondono aromi soavissimi, allorché si manifestano, e si narra che fragranze celestiali aleggino nell’Eden intorno all’albero del-la vita. Analogamente, in India e in Tibet, si ritiene segno della realiz-zazione spirituale dei grandi maestri l’emanare un aroma di loto o incenso. In più, secondo il Sutra del loto, i bodhisattva trascendenti sanno riconoscere persino gli odori dei pensieri degli uomini, nonché i profumi delle divinità e dei loro palazzi celesti.
In tutte le tradizioni antiche, l’energia eterea del profumo è il segno sensibile dell’irradiarsi di vibrazioni superne, mentre gli incensi e aromi usati nei rituali hanno la funzione di stabilire connessioni con i mondi superiori e di favorire elevati stati meditativi o sogni profetici. Il seminario si rivolge a coloro che lavorano sui simboli, sul mito e sulle più delicate esperienze estetiche ed emotive.