«LA MERAVIGLIOSA SAPIENZA»
STUDI SULLA QABBALAH EBRAICA
La Qabbalah, che costituisce la tradizione segreta del misticismo giu-daico, cominciò a diffondersi in forma scritta intorno al XII secolo, ma ha origini assai più antiche. A livello speculativo ha raggiunto vette altissime, comunicando vertiginose intuizioni metafisiche attraverso un simbolismo di grande potenza fantastica. Fondamentale a questo riguardo è l’importanza del diagramma dell’Albero della vita (‘Etz chayyim), che compendia gli stadi della manifestazione divina e tutte le possibili relazioni fra spirito e materia.
Negli incontri proposti, l’analisi di antichi testi e diagrammi esoterici ci permetterà di accostarci alle valenze segrete di stadi e livelli del divino, speculazioni mistiche ed entità angeliche della Qabbalah ebraica. Grazie a visualizzazioni e meditazioni guidate, entreremo in contatto anche a livello intuitivo e immaginativo con i concetti esposti. Ogni sessione prevede inoltre momenti ludico/esperien-ziali/meditativi in cui i partecipanti, cantando melodie sacre o dipingendo immagini simboliche, interiorizzeranno emotivamente quanto appreso.
Tutte le iniziative illustrate possono essere declinate in diverse forme: seminari di uno o due giorni o corsi serali di varia durata, a Milano o altrove, eventualmente preceduti da conferenze di presentazione.
■ L’Albero della vita,
mappa dei mondi di luce irradianti
Formato da dieci sfere di luce (sefirot) e dai ventidue sentieri che le collegano, il diagramma esoterico dell’Albero della vita è il supremo compendio delle dottrine cabbalistiche. Nelle sue componenti, emble-mi dei livelli emanativi dell’energia divina e della loro fitta rete d’in-terrelazioni, è contenuta la struttura dell’intero mondo manifesto, dalle remote profondità superne sino allo stadio terreno. Poiché le sefirot rappresentano sia specifiche dimensioni spirituali e cosmiche, sia particolari qualità dell’anima, a ciascuna d’esse è tradizionalmente associato un vasto catalogo di corrispondenze analogiche (con nume-ri, colori, nomi divini e così via), nonché un’ampia gamma d’imma-gini meditative ed estatiche. I ventidue sentieri, cammini degli angeli, sono invece abbinati alle lettere dell’alfabeto sacro ebraico.
■ Il fascino della Qabbalah:
I dieci ordini angelici
I dieci meravigliosi mondi spirituali formati dalle sefirot (i livelli dell’Albero della vita) sono abbinati ad altrettante gerarchie angeli-che. Di queste molteplici classi d’essenze di luce, che rappresentano modulazioni o tonalità del pensiero divino, la mistica giudaica tra-manda appellativi, qualità e funzioni (così come le corrispondenze con numeri, colori, sfere celesti e pietre preziose). Porremo a con-fronto le diverse interpretazioni attestate sia nella tradizione ebraica (dalla Bibbia ai trattati mistici medievali), sia nel pensiero e nell’arte sacra cristiani.
■ Alle sorgenti dell’ispirazione
Qabbalah e creatività artistica
Incontro con i dieci mondi di luce dell’Albero della vita cabalistico (sefirot), mediante l’interiorizzazione ludica dei colori e dei simboli loro connessi. Ciclo di seminari, ciascuno dedicato a una sefirah, e quindi:
- a una particolare dimensione cosmica e archetipica
- a una serie di qualità spirituali e di livelli emotivi,
espressivi, contemplativi
- a specifiche gamme cromatiche, schemi formali
e atmosfere olfattivo-sonore.
A una prima parte teorica in cui si illustreranno i concetti chiave, seguirà una fase esperienziale con visualizzazioni guidate e sugge-stioni polisensoriali (fra cui incensi, fragranze, melodie, fiori e cristal-li). A questo punto i partecipanti realizzeranno, di volta in volta, coloratissimi mandala astrali, o cerchi sacri e diagrammi basati su antichi disegni cabalistici. Gli incontri si concluderanno con l’interpre-tazione delle dinamiche energetiche rivelate dai lavori creati.
■ I quattro arcangeli nella Qabbalah
Entità angeliche d’altissimo livello collegate al simbolismo del qua-ternario e ai punti cardinali, Gavri’el, Uri’el, Mika’el e Refa’el dimo-rano ai quattro lati del trono della gloria, nel più alto dei cieli.
▪ A nord si trova Gavri’el, custode della forza e del rigore divino
▪ Ad est Uri’el, signore delle stelle, della luce e della sapienza celeste
▪ A sud Mika’el, principe della misericordia e delle schiere superne
▪ Ad ovest Refa’el, detentore della virtù purificatrice e risanante
Nel corso del seminario, analizzeremo le funzioni cosmiche e le quali-tà spirituali attribuite ad ogni singolo arcangelo.
■ Alle sorgenti della luce
Meravigliosa dimensione di puro scintillante candore niveo, Keter è sintesi e radice di tutto ciò che esiste ed è pensabile. È il più arcano dei livelli del divino manifesto, ed è concepita come il Punto irradian-te che brilla, scaturito dall’Infinito, agli albori della creazione. Quali porte della conoscenza divina aiuta a dischiudere? Nella meditazio-ne, può essere percepita come l’aleggiare d’una luce sfolgorante, o il soffio di un’inafferrabile brezza eterea che delizia il cuore e la mente. Ispira l’intuizione dell’unità divina e una più chiara visione del dise-gno progettuale alla base della nostra vita, oltre a infondere slancio creativo e beatitudine estatica. Ci spinge a rinnovarci interiormente, superare i nostri limiti ed esprimere le potenzialità più nascoste. “Chi ha occhi per vedere potrà far volare la mente con l’immaginazione verso il potere segreto di Keter ”.
■ Il profumo della Sapienza divina
La dimensione energetica della Sapienza è abbinata al cielo stellato, al colore azzurro, a Razi’el, angelo dei segreti celesti, e allo scintillante mare di luce di zaffiro delle acque superiori (le energie creative pri-mordiali). Indubbiamente caratterizzato da una polarità maschile, questo livello dell’Albero della vita, in cui vibrano le onde inattingi-bili e sublimi del pensiero divino, è però talora dipinto con tratti di soave leggiadria femminile: la sottile inebriante delizia, che non solo fiorisce nel sublime ‘gioco’ creativo alle sorgenti dell’energia divina (Dio che alle origini dell’universo, secondo il libro dei Proverbi, si trastulla con la Sapienza); ma che sul piano umano accompagna, con un profumo d’euforia e meraviglia, il balenare delle intuizioni ispirate.
■ La Camera delle meraviglie celesti
Il livello dell’energia divina chiamato Binah è il reame della gioiosità e della completezza interiori, che nascono dal contemplare nel proprio cuore sublimi scenari di perfezione superna: un Palazzo ricolmo di scintillanti gemme policrome, o un giardino paradisiaco di aiuole variopinte...
■ I colori dell’anima nella mistica ebraica: l’Amore e la Forza
I livelli superni dell’Amore e della Forza (Chesed e Gevurah) contro-bilanciano in un’armoniosa tessitura due spinte complementari dell’a-nimo umano e dell’operare divino: da un lato, lo slancio incondizio-nato e inesauribile del cuore, che espandendosi plasma, costruisce e irradia magnanima protezione; dall’altro, l’intensità del rigore e del severo giudizio, che esercitando un influsso restrittivo distrugge ciò che va trasformato o argina ciò che va limitato.
■ Contemplare la bellezza
Tif’eret è il cuore dell’Albero della vita e rappresenta il punto di con-giunzione fra i suoi livelli inferiori e superiori. Associata all’elemento aria e all’est, da cui sorgono il sole e la luce, governa la bellezza e l’armonia del cosmo. È secondo il segreto del gioioso splendore da essa irradiato che tutte le stelle brillano. Infonde luce interiore, equi-librio, consapevolezza rischiarante e la capacità di vivere sentimenti nobili e generosi.
■ Fra trasformazione e incontro con l’armonia
L’accendersi d’un lucido, dinamico entusiasmo conoscitivo porta chi accede al livello di Hod ad accostarsi al cammino evolutivo, in un clima ancora però dominato da un’instabile coralità e molteplicità. Tali valenze sono controbilanciate da quelle dello stadio subito superiore, Netzach: esso è abbinato alla capacità di vibrare sia con i sentimenti puri e saldi e i valori eterni, sia con l’armonica ciclicità delle gamme di ritmi, cromie ed energie cosmiche che animano il mondo naturale (le sette note, i sette colori dell’arcobaleno e i sette pianeti dell’astrologia tradizionale).
■ Il fondamento della potenza generativa divina
Oltre all’immaginazione e all’intuizione, la sefirah Yesod governa il saggio uso delle energie sensuali e le loro valenze mistiche, così come l’autenticità e la purezza dei nostri scambi emotivi.
■ Il Vaso dei gioielli che custodisce
tutte le forze divine
Malkut, il Regno, corrisponde al divino presente anche nel mondo della materia. È la sefirah posta più in basso nel diagramma dell’albe-ro della vita, ma rappresenta la porta attraverso cui l’uomo può iniziare ad ascendere la scala della riconversione alla luce superna.
■ I segreti dell’alfabeto sacro ebraico
Fondamentale nella Qabbalah è l’importanza delle dottrine relative alle lettere dell’alfabeto, intese come nuclei e vettori di potentissime energie archetipiche e cosmogoniche, mediante cui fu creata, e viene mantenuta in essere, l’intera manifestazione divina. Le lettere dell’ Alef-Bet sono pertanto oggetto di meditazione e contemplazione esta-tica ed emblemi di particolari qualità spirituali, e un antico trattato ne descrive la scintillante natura ignea, annotando che ciascuna è coronata da “diademi di faville di splendore”.
■ Angeli, essenze di luce nell’antica
sapienza della Cabalà: in che modo
le loro energie influiscono sull’uomo?
Possono essere visualizzati come vortici d’energia scintillante o, per usare un’immagine dantesca, luci che ridono. In più, donano a quanti li percepiscono emozioni ineffabili, bagliori d’arcana bellezza. E chi sappia aprir loro le finestre dell’anima ne trae intuizioni ispirate, trasmutazioni interiori, benedizioni rigeneranti… Ma per meditare sugli angeli occorre attingere ai segreti della tradizione cabalistica: in particolare a quelli relativi all’Albero della vita, formato da dieci me-ravigliose dimensioni di luce o livelli divini (sefiròt), abbinati a speci-fiche gerarchie angeliche. Ecco dunque che, dopo aver trattato delle interazioni fra angeli e uomini, analizzeremo, riguardo alle varie clas-si angeliche: le funzioni cosmiche e le qualità spirituali ad esse attri-buite nella tradizione ebraica; le differenti interpretazioni testimo-niate nel pensiero e nell’arte sacra cristiane; le corrispondenze da utilizzare a scopo meditativo: numeri, colori, gemme e pianeti.
■ I sette palazzi della dimora divina
Nei testi ebraici relativi alla mistica della merkavah, viene descritto un arcano itinerario iniziatico, preceduto da complesse pratiche asce-tiche preparatorie: l’attraversamento d’una serie di templi celesti con-centrici, emblemi di molteplici livelli di luce trascendente, e al tempo stesso stadi di rivelazione e perfezionamento interiore. Scopo del percorso estatico è pervenire al centro, nelle “stanze più intime della Presenza divina”, per contemplare il trono della gloria.
■ Enoch e la sapienza celeste
Alla straordinaria vicenda dell’uomo che “camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso” è dedicata una delle più affascinanti leggende dell’ebraismo: quella di Enoch, già citato nella Genesi, ap-punto in relazione al suo rapimento divino, e poi esaltato come depo-sitario d’un sommo sapere celeste. Nei suoi viaggi agli estremi con-fini della terra e del cosmo, visitò guidato dagli angeli reami para-disiaci, palazzi di luce e mondi turbinanti di stelle. Tutto ciò è narrato nel Libro di Enoch, apocrifo dell’Antico Testamento di fondamentale importanza nella storia della mistica e dell’angelologia ebraiche.
■ Nell’alfabeto degli aromi
la mappa mistica dell’Eden
Nel Cantico dei cantici ha grande importanza la simbolica dei profumi, nella sua duplice valenza celestiale e terrena; giacché l’effondersi d’aromi raffinati e preziosi celebra sia la sensualità ardente del legame fra i due sposi, sia il carattere inebriante ed estatico dell’amo-re che unisce l’anima al divino. Fra le immagini più affascinanti e misteriose disseminate nel Cantico, occupano un posto di rilievo quel-le che delineano la geografia simbolica del giardino dell’amore, vivi-da metafora del giardino paradisiaco: da un lato la “collina dell’in-censo”, il “monte della mirra” e i “monti degli aromi”; dall’altro, le “aiuole del balsamo” e il “giardino delle noci”. In questi due diversi tipi di sfondo paesaggistico, quasi sempre tratteggiati mediante sug-gestioni odorose, si cela secondo alcune fonti cabbalistiche il segreto dell’articolazione interna dei vari livelli edenici.
■ I segreti del giardino dell’Eden
Emblema d’uno stato di armonia e perfezione primordiali, il giardino paradisiaco definisce, nella sua struttura ordinata e simmetrica, uno schema sintetico del cosmo. Oltre al paradiso intermedio fra cielo e terra, ne esiste anche uno celeste, e il passaggio da una regione paradisiaca all’altra è assicurato dall’asse del mondo, gigantesca ‘scala cosmica’ identificata con l’albero della vita. Esso è caratterizzato da una natura maschile, luminosa e solare, mentre l’albero della cono-scenza ha una valenza femminile, lunare e notturna.
■ Il motivo simbolico del tesoro celeste:
sue declinazioni parallele nel buddhismo
indo-tibetano e nell’antica letteratura mistica ebraica
Il tema dei tesori divini, complementare a quello delle porte del cielo, ha ispirato per secoli le visioni cosmiche dei mistici ebrei. Già presente nella Bibbia, questo motivo è spesso indicato nelle liste di segreti cosmologici delle apocalissi apocrife, soprattutto nel Libro di Enoch, comprendendo i serbatoi delle stelle, della luce, delle nuvole, dei venti. La nozione dei forzieri celesti (detti anche 'camere', e dotati di 'porte' da cui dispensano le proprie qualità nel cosmo) ricorre anche nella mistica giudaica tardoantica e altomedievale, ma in genere con contenuti di natura spirituale, con particolare riferimento al 'tesoro della sapienza'. Analogamente, nel buddhismo tibetano riveste grande importanza il tema dei 'tesori', specie i 'tesori della mente', intesi come serbatoi da cui i mistici e gli artisti attingono visioni, ispirazioni, melodie e modelli d'iconografia sacra.
«LA SACRA SCIENZA DEI SIMBOLI»
■ La ghirlanda dei colori dionisiaci
Colori in festa, colori inebrianti: emblemi di livelli spirituali e qualità divine, induttori dell’estasi, veicoli di sublimi emozioni estetiche. Un’intensa full immersion nel magico mondo degli archetipi croma-tici, alla scoperta delle nuance che catalizzano la nostra creatività, gioia di vivere e ispirazione artistica.
Vere e proprie onde d’energia dalla radice celeste (in quanto collegati ai pianeti), i colori sono utilizzati in tutte le tradizioni mistiche per definire stadi del divino, oppure per stimolare la sfera sensoriale in-ducendo l’estasi. Nel seminario, esploreremo le valenze estetiche, te-rapeutiche, simboliche e meditative delle tonalità dell’iride e delle loro principali sfumature. Scopriremo così ad esempio il differente potere evocativo del lilla, del violetto e delle gradazioni ametista e melanzana. Analizzeremo inoltre i colori associati:
- alle dieci dimensioni energetiche dell’Albero della vita cabbalistico (sefirot)
- alle cinque saggezze dei “Buddha della meditazione”.
Sono previsti anche momenti ludici ed esperienziali: in particolare, al termine dell’incontro, i partecipanti costruiranno la propria ‘ghirlanda dei colori’, ed entreranno in un grande mandala cromatico, in cui inte-riorizzare con visualizzazioni e meditazioni le energie del colore pre-scelto.
■ La via del profumo
Gli angeli effondono aromi soavissimi, allorché si manifestano, e si narra che fragranze celestiali aleggino nell’Eden intorno all’albero del-la vita. Analogamente, in India e in Tibet, si ritiene segno della realiz-zazione spirituale dei grandi maestri l’emanare un aroma di loto o incenso. In più, secondo il Sutra del loto, i bodhisattva trascendenti sanno riconoscere persino gli odori dei pensieri degli uomini, nonché i profumi delle divinità e dei loro palazzi celesti.
In tutte le tradizioni antiche, l’energia eterea del profumo è il segno sensibile dell’irradiarsi di vibrazioni superne, mentre gli incensi e aromi usati nei rituali hanno la funzione di stabilire connessioni con i mondi superiori e di favorire elevati stati meditativi o sogni profetici. Il seminario si rivolge a coloro che lavorano sui simboli, sul mito e sulle più delicate esperienze estetiche ed emotive.